11.6.06

Un uragano chiamato Letizia

di Silvia Del Beccaro

Katrina ha devastato totalmente la Louisiana. Mary ha sconvolto così tanto il cantante Eros Ramazzotti da meritarsi il ruolo di protagonista in una sua canzone. Rita ha fatto tremare per giorni la città di Miami. Mancava solo Letizia alla lunga lista di nomi femminili attribuiti agli uragani. Spesso incredibili, sempre indomabili, infinitamente indimenticabili, gli uragani sono dotati di una potente forza distruttiva, capace di devastare intere nazioni già al momento del loro arrivo, lasciando dietro sé centinaia di vittime. Nelle prossime settimane una nuova forza distruttrice si abbatterà su Milano. Le previsioni infatti hanno annunciato che a breve si scatenerà una potenza sterminatrice che sconvolgerà gli abitanti della città. Le conseguenze saranno terrificanti: gli esperti pronosticano progetti diseducativi, riforme disordinate e decisioni contestabili.
Questo nuovo uragano, che i meteorologi hanno battezzato con il nome di Letizia, deve la sua nomenclatura al celebre (fortunatamente ex) Ministro all’Istruzione, che ha sacrificato anima e corpo (ma soprattutto la pazienza altrui) per veder realizzati i propri desideri.
Stando alle dicerie, pare che Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti volesse portare avanti l'iniziativa di Berlinguer: un sistema scolastico che fosse in grado di formare “i lavoratori del domani”, ovvero giovanissimi laureati ai quali il mondo del lavoro avrebbe aperto subito le proprie porte. Niente di più falso. La riforma universitaria ha portato solo innumerevoli guai e perdite di tempo dilatate.
È stato riscontrato un evidente aumento, a dir poco esagerato, degli esami (che da 19 in 4 anni hanno superato la trentina in soli 3 anni); per non parlare poi del fatto che gli studenti-lavoratori sono stati inequivocabilmente penalizzati.
Nessuno sa più come comportarsi. Da un lato esistono “i diligenti”, quelli che per tre anni non fanno altro che dare esami su esami allo scopo di terminare gli studi in tempo e, una volta laureati, muovono i primissimi passi (alcuni ancora gattonano) nelle aziende, che li sfruttano, facendoli lavorare gratuitamente per mesi e mesi promettendo loro un futuro migliore. Dall’altro esiste “la classe lavoratrice”, che racchiude tutti coloro che impiegano minimo 5 - massimo ignoti anni per laurearsi. Questi ultimi, però, durante la carriera scolastica lavorano a più non posso, sbattuti da un ufficio all'altro, cercando di affermarsi in un’attività più o meno (più “più” che “meno”) precaria ma che tuttavia li aggrada.
Ha proprio ragione però Maurizio Chierici quando, in un articolo dell'Unità intitolato “Quella laurea di carta”, denuncia questa incresciosa situazione affermando che “dopo la tesi comincia l’angoscia” e che “il passare del tempo rassegna ad una provvisorietà che può essere eterna”.
Riflettendo su tutto questo, allora non mi resta che dire: parliamoci chiaro… Come può Letizia Moratti, definita una fra i più noti imprenditori europei, rivoluzionare un intero mondo scolastico senza causare danni ai diretti interessati? Come può una persona come lei, che si è sempre occupata di fabbriche e di numeri, poter tenere conto di un sistema fondato su essere umani, che proprio in quell'organismo ripongono le basi della loro futura esistenza?
Tra l’altro, mentre facevo ricerche su L.B.A.M. ho scoperto che la-donna-della-riforma, in passato, ha avuto la responsabilità operativa di importanti gruppi italiani e stranieri, impegnati in complessi progetti di ristrutturazione e sviluppo. Ciò che più mi ha sconcertata, è stato vedere affiancati i termini “Moratti” e “ristrutturazione”. Credo che questo binomio sia scorretto; personalmente avrei visto meglio un “Moratti-rivoluzione” (seppur credo che “rivoluzione” contenga una qualche accezione positiva) o un “Moratti-agitazione” (a mio modesto parere più consono).
Ho ritenuto necessario questo excursus sull'ex Ministro per far capire meglio la gravità della calamità che molto probabilmente (ma non ancora sicuramente) si abbatterà su Milano a maggio, in occasione delle elezioni amministrative. I risultati generali delle nazionali e delle passate regionali farebbero pensare ad una probabile vittoria del centro-sinistra, anche se gli episodi accaduti recentemente nel capoluogo lombardo portano a supporre che potrebbe avvenire la svolta, decisiva. Purtroppo, infatti, in più di un corteo, alcuni incoscienti estremisti hanno insultato e spintonato la Moratti, subissandola di fischi, offendendo addirittura anche il padre (partigiano ed ex deportato nonché invalido). Considero questa volgare e stupida aggressione nei suoi confronti come un atto di falsi pacifisti, che potranno ringraziare solamente se stessi se la loro acerrima nemica salirà al potere, per guidare il loro tanto amato capoluogo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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