5.2.09

Panem et circenses Vs. Ragnarök


di Marco Apolloni

Come hanno speso i loro ultimi soldi della campagna elettorale i due candidati alla Casa Bianca, il neo-eletto Barack Obama e l'onorevole sconfitto John McCain? Risposta: negli spot televisivi. Ergo: la televisione è il più potente strumento di potere delle odierne democrazie occidentali, Italia compresa. Vista la sua imprescindibilità, la TV è diventata lo specchio della nostra società. Dunque la domanda è la seguente: cosa filtra dal nostro tubo catodico e soprattutto quale spaccato d'Italia ci danno i programmi televisivi? In nome del politically correct semplificherò il panorama televisivo italiano distinguendolo in due correnti generali: una di centro-destra e l'altra di centro-sinistra. Della prima fanno parte programmi come i reality show: dall'Isola dei famosi alla Talpa, passando per il Grande Fratello; e trasmissioni di approfondimento sull'attualità: Porta a Porta e Matrix. Della seconda fanno parte invece programmi di satira: Parla con lei e Crozza Show (confinato, però, nel canale marginale de La7); e trasmissioni d'indagine sociale quali: Ballarò e Anno Zero, passando per L'Infedele (anch'esso posto nel confino de La7). Di sicuro ne ho dimenticata qualcuna, ma credo di avervi dato un'idea perlomeno approssimativa dell'odierno palinsesto televisivo italiano. Tralascio volutamente il discorso sul conflitto d'interessi, che quelli di sinistra non hanno risolto e che quelli di destra non hanno alcuna intenzione di risolvere. Malgrado i rapporti di Reporters sans frontières in materia di libertà di stampa parlino chiaro in proposito: stimandoci nella loro personale classifica alla stregua di una qualsiasi Repubblica delle Banane. Ad ogni modo, non è questo il luogo adatto per parlare di simili chimere. Restando coi piedi per terra, voglio qui limitarmi soltanto ad analizzare, come si suol dire, quel che passa il convento.

Siccome in Italia si leggono pochi libri o giornali – il più letto rimane sempre La Gazzetta dello Sport – e viceversa si guarda tanta televisione, ne consegue che il clima culturale o sotto-culturale, come preferite, nel nostro Paese è determinato dal potente mezzo televisivo. La TV dunque riflette, a seconda, sia gli umori dei monarchici elettori di centro-destra, sia quelli dei giacobini elettori di centro-sinistra.

I monarchici quando sentono parlare di crisi economica mondiale ammettono che la situazione è seria, ma che finché c'è il Cavaliere c'è speranza. I reality show che imperversano in televisione si prefiggono l'obiettivo di distrarre il popolino ed intrattenerlo. Volti noti e meno noti intasano il tubo catodico, dando vita ad individuali scenate di gelosia e a scene di delirio collettivo. Ironia della sorte capita che in alcuni di questi programmi, come L'isola dei famosi, vinca una “macchietta” professatasi comunista, come Vladimir Luxuria. Risultato: il famelico pubblico riceve il consueto panem et circenses, che dall'età dei Romani in poi è divenuto il metodo più infallibile con cui chi comanda tiene prudentemente a bada i bollori delle masse popolari. D'altra parte trasmissioni quali Porta a porta e Matrix si concentrano sempre più su fenomeni di costume o di cronaca nera (delitti di Cogne, Erba, Garlasco, Perugia, eccetera, non a caso in Italia l'unico genere letterario che si salva è il noir), toccando solo di striscio i grandi temi d'attualità (riforme, crisi, scioperi e via dicendo). L'umore degli elettori di centro-destra, influenzati dai loro programmi preferiti, è tendente ad un ottimismo di facciata, nonostante il carovita e la fatica che loro stessi fanno per scavalcare la soglia della  fatidica “terza settimana”. I giacobini al contrario quando gli si parla di crisi vengono punti sul vivo e con occhi spiritati danno fondo a tutta una sequela di previsioni apocalittiche. Nel dir ciò vengono imboccati dai vari Floris, Lerner e Santoro. Tempi di spada e di lupi si preannunciano per essi e come le popolazioni vichinghe attendevano il Ragnarök – equivalente del cristiano Giorno del Giudizio –, allo stesso modo gli elettori di centro-sinistra tornati alla prima fase del marxismo, quella messianica, attendono un Messia che lavi i peccati della televisione.

In conclusione, accantonando il mio giudizio sulla TV italiana – che, detto fra noi, non può che essere negativo –, a chi mi chieda cosa le manchi per spiccare il salto di qualità rispondo due cose soltanto: la prima è un po' più di equilibrio; la seconda – udite udite sto per dire una “parolaccia” – è un po' di sana Cultura con la C maiuscola...    

2 commenti:

Cheppalleee ha detto...

ommigoddd.... sacrileeeegioooo!!! Non dire mai, mai, mai più quella parola che inizia con la C... O_O
Oddio moriremo tutti!

ahahahahahah: hai ragione.
Più che altro il metodo semplicistico con cui dipingono la società italiana è disarmante.
Una cosa simile è avvenuta in Comizi d'amore (Pasolini). Gli unici che si facevano avanti e rispondevano apertamente alle domande sulla propria vita sessuale alla fin fine erano gli "estremisti"... ma la società non è o bianca o nera, non è questa, e pensarla solo in termini caricaturali non aiuta né a comprenderla, né a mutarla.

Anonimo ha detto...

Già, vero è che se Qualcuno non fosse sceso in campo... a quest'ora, forse, la situazione sarebbe un briciolo migliore. Di sicuro non peggiore, visto che stiamo rasentando il fondo!
Saluti,

MA