21.8.08

La Bellezza salverà il mondo

di Marco Apolloni
(sunto dell'Introduzione alla mia tesi specialistica Eros filosofo ed Eros tiranno. Studi platonici sull'amore con cui mi sono laureato lo scorso 14 Luglio presso l'Università "Vita-Salute" San Raffaele di Cesano Maderno, Milano)

L'amore per la Bellezza in Platone risponde ad una sua connaturata esigenza di ordinare il caos imperversante nella realtà sensibile con la superiore armonia - che è letteralmente: unione dei contrari - costituita dalla realtà intelligibile. L'ordinamento del disordine mondano per Platone significava una cosa sola: la realizzazione dell'antica profezia secondo cui la Bellezza avrebbe salvato il mondo. Poiché parafrasando Platone: la Bellezza è lo splendore del Bene. Diceva il poeta romantico inglese John Keats nella sua celebre lirica Ode su un'urna greca: "Beauty is truth, truth beauty"; “la Bellezza è Verità, la Verità Bellezza". Tale concezione romantica corrisponde anche a quella classicista dei Greci, i quali consideravano la Bellezza: esteriorizzazione di un'interiorità. Essere belli e essere buoni per loro significava la stessa cosa. Non a caso Platone fa coincidere il Bello con il Sommo Bene, posto come vertice del suo apparato concettuale. In definitiva l'estetica platonica è inseparabile all'etica platonica. Dato che l'una, la Bellezza, non è che la manifestazione sensibile di un'idea altresì intelligibile, qual è appunto il Bene. Il tema della Bellezza che salverà il mondo viene rispolverato in età moderna dal grande romanziere russo F. Dostoevskij. In particolare nell'opera L'Idiota, che ha per protagonista un essere assolutamente buono, il principe Myskin, alle prese con un mondo invece profondamente malvagio. La missione di questo eroe atipico sarà appunto quella d'instillare il seme della Bellezza, di cui lui è portatore, in un contesto di assoluta desolazione spirituale. Missione che lui stesso fallirà inesorabilmente; così come fallì Cristo portatore del divino, ma che tuttavia non fu creduto dagli uomini e per questo fu crocifisso. Entrambi questi fallimenti, però, sono accomunati dal tratto distintivo della sconfitta onorevole. Infatti, pur non riuscendo nella loro missione al primo tentativo, sia Myskin che Cristo sono riusciti comunque a gettare le basi - chissà - per una futura vittoria finale. Il loro merito consiste nell'aver donato la speranza ai loro simili. La speranza di poter credere che un giorno le brutture di questo mondo cesseranno del tutto grazie all'intervento rigenerante della Bellezza. La Bellezza domina L'Idiota di Dostoevskij, dalla prima all'ultima pagina, aleggiando su tutto il romanzo ed esercitando sui lettori un'irresistibile fascinazione. Bellezza che, in altri termini, non può che essere di derivazione platonica, visto l'indiscutibile Platonismo della cultura ortodossa, di cui Dostoevskij fu uno dei massimi esponenti. Non a caso uno dei testi fondativi del misticismo russo s'intitola Filocalia, che vuol dire proprio: amore per la Bellezza. Riassumendo: sia Platone che Dostoevskij non credevano in questo mondo, preda della bruttezza, bensì non smisero mai di credere nell'oltremondo della Bellezza - intesa appunto come fuoriuscita da un mondo inferiore. Entrambi corroborarono la profezia sulla Bellezza salvatrice. E lo stesso dovremmo fare noi, in un momento così difficile della nostra storia...

2 commenti:

15th century philosophy ha detto...

Bravo, complimenti. Sono appassionato anch'io di platonismo, ma soprattutto per altri ambiti.
Mi saluti il prof. girgenti? grazie
ciao

Anonimo ha detto...

Grazie, troppo gentile.
Lo farò senz'altro.
Ciao,

Marco