
«La città perfetta è la più grande delle tragedie – ha detto provocatorio per iniziare il suo discorso –. Quello che ci propone Platone è un enigma profondo, sul quale non esistono spiegazioni, non esistono commenti. Intorno a questo passaggio c'è il silenzio totale». La sua lezione magistrale è iniziata con una riflessione platonica, per poi orientarsi su approfondimenti storici, politici e persino d'attualità – con un accenno al calcio mondiale e al campione Diego Armando Maradona. Steiner ha definito il filosofo greco uno fra i migliori scrittori occidentali, elevandolo alla stregua di Dante e Shakespeare.
«Definendolo in questo modo, ha tenuto un intervento meno filosofico ma più letterario, attento soprattutto all'aspetto drammatico – ha commentato Giuseppe Girgenti, docente nonché uno fra i massimi studiosi platonici –. È stata comunque un'esperienza molto bella: una grande lezione introduttiva, come devono essere le lezioni magistrali del resto». Gli studenti hanno partecipato con attenzione all'incontro, riempendo la Sala dei Fasti Romani, e hanno proposto interventi puntuali dimostrando grande entusiasmo. Una delle dichiarazioni che più ha smosso l'interesse degli universitari, toccandoli da vicino, è stata posta dal moderatore – nonché Preside della Facoltà di Filosofia – Ernesto Galli Della Loggia.
«La democrazia, così come è fatta, non può piacere ai giovani, perché i giovani sono in cerca di grandi ideali, anche se talvolta si rivelano erronei». Al suo intervento è seguita la risposta dell'ospite, il quale ha replicato che senza grandi errori non si può avere una grande vita: da giovani si ha bisogno di illusioni a cui aggrapparsi. «Ha ragione Steiner quando dice che sbagliare da giovani non è solo lecito ma doveroso – commenta Marco Apolloni, studente iscritto alla laurea specialistica –. Però credo che noi giovani dobbiamo commettere errori sempre nuovi evitando quelli passati. E per farlo abbiamo bisogno di coltivare la nostra coscienza storica».
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