27.10.06

"How to dismantle an atomic bomb" degli U2

di Paolo Musano

Non è facile scrivere di ciò che si ama, perché, come ben sanno i buddhisti, si rischia di distruggerla, oppure la paura che cambino i nostri rapporti con essa ci può paralizzare. Ma io ci proverò lo stesso. Gli U2 sono la colonna sonora della mia vita. Sono cresciuto con loro e, come ogni fan della mia generazione, molte parti della mia biografia sono associate alle loro canzoni. Ho passato una fase adolescenziale in cui Bono era il mio mito. Mi vestivo come lui, compravo gli stessi occhiali e sognavo di diventare una rockstar. Adesso lo ammiro come artista e come uomo. È incredibile quello che è riuscito a fare (e sta facendo) per l’Africa, con le campagne umanitarie di cui si è fatto promotore. I critici maligni dicono che da quando è così impegnato politicamente, passa sempre meno tempo con il gruppo e la musica degli U2 ne risente. Io non sono di questo avviso, ma devo ammettere che, dopo “All that you can’t leave behind” (un album che alcuni considerano melenso, ma che per me è pieno di melodie straordinarie), sono rimasto un po’ deluso. Forse è sbagliato aspettarsi, dopo venticinque anni di gloriosa carriera, un album come “Achtung baby” (il tempo passa per tutti e lo showbusiness è una morsa spietata), ma sebbene ci siano pezzi notevoli, non sono queste canzoni che mandi a memoria e che ti restano impresse.

“How to dismantle an atomic bomb” (Come smontare una bomba atomica) è un bel titolo che è stato suggerito loro da un pittore. È una provocazione, ma vuole essere anche una domanda. La risposta che ha dato Bono in un’intervista è: «With Love.» (Con l’Amore). La miracle drug che è una merce sempre più rara di questi tempi e che tutti cercano chissà dove, quando, come nella storiella zen, basterebbe guardarsi dentro, essere un po’ più consapevoli.
I testi di Bono sono, naturalmente, influenzati dalla politica (come “Crumbs from your table” [Briciole dal tuo tavolo], una metafora che si riferisce all’America: basterebbero le sue briciole per cambiare drasticamente la situazione nel continente africano; probabilmente le ‘briciole’ non sono semplicemente i soldi, ma anche il know-how, la tecnologia e la consapevolezza), ma sono anche molto intimi (come “Sometimes you can’t make it on your own” [A volte non ce la fai da solo], una ballata molto dolce dedicata a Bob Hewson (il padre di Bono) [a cui è dedicato, tra l’altro, l’intero album]).
Le canzoni che rimangono, dopo un ascolto più meditato, sono “City of the blinding lights” (un pezzo che sembra riassumere l’intera carriera degli U2. È una canzone che fa pensare a New York, ma anche a una ragazza misteriosa e bellissima, intravista nella strada di una metropoli. Il ritornello trascinante dice: «Oh, you look so beautiful, / tonight, / in the city of blinding lights» [Oh, sei così bella, stasera, nella città dalle luci accecanti]) e “Sometimes you can’t make it on your own”.
Nelle altre tracce ci sono, volontarie o involontarie, citazioni dei vecchi successi della band. Questo, forse, ne condiziona l’ascolto e fa sembrare alcune canzoni, a tratti, poco spontanee ed eccessivamente filtrate dal lavoro in studio, sebbene Bono raggiunga punte espressive molto alte, come in “A man and a woman”.
C’è da dire che gli U2 sono una di quelle rockband che rende al massimo nei live, e che ci ha abituati a sempre nuovi arrangiamenti nei suoi concerti. E’ questo uno dei punti di forza del gruppo. Perciò un giudizio obiettivo dell’album non può prescindere dall’ascolto della versione live dei singoli pezzi. Effettivamente, “Yahweh” e “Original of the species” (due tracce che mi erano piaciute poco) nello splendido “Vertigo 2005 / U2 live from Chicago” fanno la loro figura, tant’è che le ho rivalutate.

Considerato quello che c’è in giro oggi, “How to dismantle an atomic bomb” è un album con un livello artistico mediamente alto. Finora, e non credo di parlare da fan, gli U2 non hanno pubblicato album brutti, hanno cercato sempre di mettersi in discussione. Ricordo che quando uscì “Pop” molta gente si scandalizzò, dicendo che le canzoni erano indecenti, salvo, a distanza di anni, ricredersi e affermare tutto l’opposto. Stesso discorso per “Achtung baby” (il loro capolavoro, da molti fan considerato un vero e proprio tradimento). Per me, Bono e i suoi amici sono dei grandi artisti, ma sono anche degli uomini molto intelligenti. In ragione di questo, a meno che non abbiano venduto l’anima al diavolo da un pezzo (ricordate Mr. McPhisto, vero?), ci possiamo aspettare ancora grandi cose da loro. Non sono ancora dei vecchietti e delle caricature di loro stessi come i Rolling Stones, per fortuna. Certo, la voce di Bono non è più quella di una volta (in un’intervista a Rolling Stone ha dichiarato che tutto è cambiato dopo un intervento alla gola; di sicuro però non gli avranno fatto bene neanche tutto l’alcol e il fumo consumati negli anni ’90), ma sebbene non possa più gridare come ai tempi di “War” e “Unforgettable Fire”, è comunque molto più espressiva di prima. Bono è un soul-singer per le emozioni che riesce a trasmettere. Nessuno riesce a commuovermi come lui, anche adesso, quando intona ballate gospel come “Stuck in a moment you can’t get out of it”. A proposito, a quando un disco solista, Bono? Perché non seguire l’esempio di Thom Yorke dei Radiohead, e dopo organizzare una manciata di date in teatri selezionati? (Provocazione? ;)) Fino a un certo punto…)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo me è migliore dell'album precedente... quello sì che era melenso. Ma non penso che l'attuale andazzo sia colpa di Bono, quanto di the edge.

La canzone migliore dell'album per me è Javhè.

Anonimo ha detto...

Sentite tutti...
il vero capolavoro degli U2 non è stato Achtung baby, finiamola di dire idiozie e bestemmie. Achtung baby si è solo trovato la strada spianata da un decennio di musica d'oro e di una carriera che era arrivata alle stelle.
Achtung baby è stato l'inizio del declino; Zooropa un mezzo passo falso e Pop un vero scandalo.
All That you ca't leave behind è stato un album riuscito solo in parte, ma che ha dimostrato coraggio; mentre con la bomba si è cercato di recuperare credibilità e devo dire che ci sono riusciti benissimo (enorme successo per il Vertigo tour).

Io dico la mia opinione, da esperta di musica, ma anche da parte di fan che li conosce da quando sono nati. Gli U2 degli anni '80 sono stati i più grandi, gli immensi, gli intramontabili: diamo a Cesare quello che è di Cesare.

Anonimo ha detto...

Cosa odono le mie orecchie! AB non è un loro capolavoro?!?! Vabbè, magari non l'unico ( vedi TJT), ma quell'album è DIVINO! Htdaab è sicuramente meglio di Atyclbn, ma non un capolavoro, ma d'altronde dopo quasi 30 anni di carriera è già tanto quel che fanno!

Anonimo ha detto...

Gli U2 sono e saranno sempre uno tra i più grandi gruppi msucali al mondo! AB a me nn piace particolarmente. meglio the J a tree..
Gli anni bui sono stati i novanta. Ultimamente secondo me si sono ripresi alla grande!!
MAGNIFICENT ne è un esempio!!