16.10.07

Il ritorno di Massimo Cacciari al San Raffaele

di Silvia Del Beccaro

«Il mio vero successore è Massimo Cacciari e sarà lui stesso, il prossimo 24 ottobre, ad annunciare le grandi novità pensate per questa facoltà». Così il rettore dell'Università Vita-Salute San Raffaele, don Luigi Verzé, ha introdotto una delle personalità più in vista d'Italia: Massimo Cacciari. Sindaco di Venezia e membro del corpo docenti dell'università cesanese, Cacciari è intervenuto martedì mattina tenendo la lezione inaugurale del nuovo anno accademico 2007-2008. «È un mio carissimo amico nell'anima – ha detto parlando di lui Verzé –. Ha voluto andare a Venezia per fare un po' di esperienza amministrativa, ma oggi è ritornato qui per dare una spolverata a questo ambiente e presentare un programma ben preciso». Don Luigi Verzé, tra le righe del suo discorso introduttivo, ha lasciato trapelare la prossimità di alcune rivoluzioni all'interno dell'università cesanese. Si è intuito, infatti, un rilancio della facoltà di filosofia – «madre di tutte le scienze» – e del San Raffaele, in senso lato. C'è chi pensa all'inserimento di una nuova facoltà umanistica e c'è chi crede in un eventuale ritorno di Massimo Cacciari quale preside di facoltà. Intanto la prima pietra è stata posata: la prossima creazione della editrice San Raffaele voluta dallo stesso rettore e da Cristina Poma – ex Editor Bompiani Tascabili. Tutto ciò a conferma del motto dell'università cesanese, che si riduce a due parole: «pensiero concreto». Tale concetto è stato ripreso anche nel discorso di Massimo Cacciari, che ha avuto per oggetto il filosofo Giambattista Vico – vissuto a cavallo fra Seicento e Settecento.

«Credo che quello trattato da Vico – ha detto il sindaco di Venezia – sia un tema rappresentativo del programma offerto dalla nostra facoltà. Questa lezione potrebbe essere intitolata “Contro la boria delle nazioni e contro la boria dei dotti”, criticando le nazioni poiché pretendono di essere ciascuna la custode del senso del mondo e criticando al contempo i dotti poiché pretendono di poter conoscere e visitare le tenebre delle nostre origini». Il suo discorso si è poi orientato sull'umana imbecillità e sulla differenza fra “verstehen” e “denken”, ovvero fra comprendere e pensare – cosa effettivamente possiamo sapere e cosa possiamo unicamente pensare. Una cosa è certa: sui banchi accademici della suggestiva Sala dei Fasti Romani, per un'ora e mezza, gli studenti hanno avuto davanti ai loro occhi non un politico ma un filosofo, non un docente ma un pensatore, non una celebrità ma un amante della filosofia intento a trasmettere la sua sapienza ad altri amanti della filosofia, come lui. A conclusione del suo intervento, poi, ha ripreso la parola don Luigi Verzè, il quale ha riconfermato quanto dichiarato in precedenza e ha aggiunto: «Se fossi papa, questa sarebbe la mia autentica enciclica per oggi e per domani».

1 commento:

Anonimo ha detto...

ti ringrazio per la segnalazione: ho trovato il tuo post molto interessante.
il pensiero di Massimo cacciari sin da Krisis del 1975 oscilla fra una razionalizzazione del reale e lo spazio 'mistico' che separa le varie interpretazioni, intuendo i limiti della ragione e aprendo il denken al 'religioso' (dell'inizio, 1990).
il suo sapere concreto è l'esempio di una filosofia che sa ragionare all'interno dei limiti razionali, dimostrandosi apertaal silenzio mistico dell'oltre-essere: in questo risulta l'interprete ideale della facoltà di filosofia del san raffaele, oggi guidata da Galli della Loggia.